Sui passi di Ale OdV
Tanja già Tania

Hip hop: modo di esprimermi attraverso il ballo non le parole.

[Alessandro]

Alla fine della quarta, a metà giugno, Alessandro ha saputo di uno stage di hip hop che si teneva in una scuola di ballo locale, è lì che ha incontrato Tanja.
Non appena arrivato nel salone della scuola per l'esibizione, nonostante avesse ancora il catetere con il cerotto sul suo petto, ha cominciato con il free style che aveva imparato da solo, non so nemmeno da quanto si era appassionato all'hip hop e alla breack dance, così a gambe su e capo giù, la maglietta inevitabilmente scopriva il suo “segreto”, ma Ale, forte e fiero, non se ne occupava , anzi osservava i ragazzini che non gli toglievano gli occhi di dosso con aria di sfida, chiedetemi cos'è...sono pronto a dare tutte le spiegazioni, non sono mica un codardo io, sembrava dicesse con il suo sguardo azzurro e dritto negli occhi.
Tanja gli è piaciuta subito con il suo look trasgressivo: i capelli rasati, con cresta rossa, i piercing, i tatuaggi, ma soprattutto la sua discrezione, la sua disponibilità, la sua femminilità, il suo incoraggiamento a provare, i suoi movimenti fluidi; ha deciso subito che a settembre avrebbe iniziato il corso hip hop con lei.
L'hip hop ha rappresentato per Ale una chiave di volta, il suo riscatto sulla malattia, una sfida tra il suo sentire e quello che poteva fare fisicamente.
Ho imparato con lui, l'hip hop non ha canoni stilistici fisici, ho visto ragazze non proprio fuscelli, più vicine al sovrappeso, muoversi leggiadre tra blocchi e sgambettate in elevazione; lo stesso per Ale che era magro, poi ingrassato, poi gonfio per il cortisone, poi di nuovo magro...sentirsi a proprio agio con i pantaloni larghi, le magliettone che sembravano vestiti, i cappelli o le bandane non solo quando era pelato, trasformarsi in un altro, quando era sul palco o sul linoleum, al centro di una palestra.
Una forma mentis oserei dire, un modo personale di interpretare la musica, la capacità di liberare le proprie emozioni, di far vedere: il coraggio, la paura, la grinta, anche la sofferenza...
Alessandro non ha mai giudicato dall'apparenza e questo, forse, gliel'ha insegnato anche l'hip hop e Tanja.
Non appena l'ha conosciuta, ha deciso che avrebbe imparato l'hip hop proprio da lei, così sottile, quasi eterea, un  po' androgina, con gli occhi azzurri come il mare alle spiagge bianche, con i modi garbati e diretti nel dirti le cose e una grinta e una sicurezza nei movimenti, nei blocchi, nelle sue performance da ipnotizzarti totalmente.
Ale ha imparato a indossare a cipolla, il necessario alle sue esibizioni di hip hop, con il suo inseparabile cappello con la visiera di lato...che nostalgia dei suoi movimenti fluidi sulle note di Eminem, dei suoi caldi abbracci ad occhi chiusi perché per lui ogni abbraccio era un'estasi, ogni "blocco", un'emozione da sperimentare, ogni incontro, curiosità e interesse nuovo.                  
Alessandro assorbiva e si imbeveva di vita, quasi a non voler mai perdere tempo, quasi intuendo di averne poco per imparare tutto!                       
Così è diventato resiliente, ha superato le avversità, ha tenuto il suo indomabile male dentro di sé, ci ha convissuto senza esasperarlo, tenendolo a bada, come si fa con un leone, perché non c'erano cure per Ale, purtroppo.
A Tanja non abbiamo detto nulla della malattia per un bel po'...così aveva deciso Alessandro, dal momento che si era ripreso e ricominciava una vita pseudo normale, non voleva dare pensieri alla sua maestra di hip hop, probabilmente lei aveva intuito qualcosa, ma sicuramente non un problema oncologico, me l'ha confidato di recente.
Per Ale la lezione settimanale di hip hop rappresentava tanto, tantissimo, avrebbe voluto almeno replicarla, ma le distanze e l'organizzazione della scuola di ballo, imponevano un solo giorno della settimana che Ale aspettava con ansia, freneticamente, il mercoledì, per due ore...che a lui volavano!Ricordo l'ultima volta...Alessandro sulla sedia a rotelle, era l'inizio di ottobre e Tanja faceva lezione in una nuova palestra sul Paratino.                          
Era visibilmente commossa e scossa dal ritrovarsi Alessandro così, immobilizzato nella carrozzina, dimagrito , debole e molto provato, a stento ha trattenuto le lacrime davanti a lui, poi si è lasciata andare quando si è trovata faccia faccia con me e Giovanni... Ma come? Perché? Quanto? Il bastardo è tanto cattivo e non molla!  Ale era rimasto nel salone, da una parte a guardare i suoi amici Bboy che provavano i passi di nuove sequenze, per nuove coreografie...faceva una tenerezza infinita perché muoveva spalle e collo e braccia ogni tanto per provare a essere dentro la lezione... Ha voluto rimanere tutta l'ora, poi ha abbracciato Tanja ha dato il cinque ai suoi amici ballerini, in macchina si è messo a piangere incazzato e frustrato per  la sufficienza con cui gli altri partecipavano alla lezione, lui che avrebbe dato il massimo come aveva fatto ogni volta... è stata l'ultima volta, ho salutato Tanja con lo sguardo e gli occhi pieni di lacrime...
Tanja ha dovuto fare i conti con la perdita di Alessandro, lei come tutti noi, ci siamo visti...abbiamo cenato insieme...ha guardato fotografie, la casa ne è piena...annusato e visitato stanze vissute da Ale, indossato i suoi capellini, ricordato ogni volta che le parlava, riletto i post-it sul comodino con i nomi dei pezzi da ascoltare, ha confessato di non aver mai avuto un allievo così appassionato e motivato e assorbito dall'hip hop e dal tanto amato free-style.                 
È di Tanja l'intuizione del nome dell'associazione... Sui passi di Ale, pensando a tutte le sue passioni...è con Tanja e le Accidental Encounters il primissimo evento nel teatro di Guardistallo per ricordare Ale e raccogliere i primi spiccioli per la ricerca a soli due mesi dalla sua scomparsa!
Poi Tanja con Sara e le altre ragazze del suo gruppo, si è buttata a capofitto nella registrazione del loro disco... Aveva allestito in casa una vera e propria sala d'incisione, non si è risparmiata, un po' la conosco, perfezionista e infaticabile, stacanovista e passionale, non ha pensato che a quello, dimenticando di mangiare di dormire, del sole che si avvicendava durante l'estate del mare delle vacanze estive...solo concentrata sul suo progetto...senza sosta!
A settembre qualcosa non andava...era dimagrita e pallida e aveva nel seno una "palla" di quattro centimetri, un brutto affare, un tumore triplo negativo, il bastardo era “dentro”...
Tanja ha provato a combatterlo con la forza di una leonessa...ricordo un giorno poco dopo l'intervento di mastectomia bilaterale, era dolorante, ma stava recuperando in fretta.  Girava per la casa, preparava il pranzo con due borse ai lati del torace dov'erano due contenitori di raccolta dei due drenaggi, le avevano già messo le protesi e diceva di non sentire alcuna sensibilità sul petto, ma sorrideva e rideva del modo grottesco in cui era combinata, era andato tutto bene, certo i linfonodi sentinella, a sinistra erano positivi, ma con qualche ciclo di chemio e la radioterapia, sarebbe andato tutto bene...forse...noi ci credevamo tutti, contro ogni previsione, avrebbe provato a sconfiggerlo.                    
Per il tumore triplo negativo non ci sono cure efficaci, è incurabile, Tanja così giovane un po' si è curata e ha fatto come le dicevano i medici, poi è stata meglio e ha deciso di curarsi anche con un'alimentazione adeguata e un sacco di integratori, ha ripreso a suonare la batteria…                        
La  malattia non le ha dato tregua, invece e tra alti e bassi, si è portata via anche lei.                   
Ricordo l'ultimo mese, andavamo a trovarla a casa quasi tutti i giorni, il suo corpo era diventato un involucro di metastasi, non c'era traccia del suo fisico asciutto e atletico, neppure dell'azzurro dei suoi occhi, diventati piccoli e spenti, uno semichiuso, la bocca con una brutta smorfia esito di una paresi. …
Pioveva il giorno del suo funerale, c'erano molti ragazzi, è stato un tributo di free style d'hip hop e di canto da parte della sua compagna dalla voce possente, Letizia... un senso di smarrimento e di perdita insieme al sollievo di aver liberato la sua anima grande da un corpo ormai privato della dignità dal bastardo, proprio come lo chiamava lei.  

Capitolo tratto da "La vita è magnifica" di Rita Invernizzi Cavallini
In memoria di Tanja